dalla Nigeria, un vegetale Molto Afrodisiaco senza effetti collaterali…
Dall’Africa occidentale un potente afrodisiaco, l’Aframomum melegueta
Nel corso dei secoli le spezie hanno avuto la reputazione di essere dei potenti afrodisiaci con cui impreziosire le ricette e migliorare la potenza sessuale.
In Africa una spezia quasi dimenticata ma con una lunga tradizione di afrodisiaco naturale è l’Aframomum melegueta, volgarmente chiamata grani del paradiso.
Appartenente alla famiglia dello zenzero, le Zinzgiberaceae, l’Aframomum melegueta è una pianta perenne erbacea, nativa delle paludi della costa dell’Africa occidentale, in Liberia.
Nel 1300 prima che gli europei conoscessero l’America, i grani del paradiso venivano esportati dalla Liberia, conosciuta come la costa del grano, fino all’Europa dove venivano usati come sostituto del pepe nero, molto più costoso.
Ma l’Aframomum melegueta è molto di più di un semplice condimento e in Camerun e in Nigeria i ricercatori scoprirono che un estratto di questa erba disciolta nell’acqua aumentava significativamente l’eccitazione sessuale maschile e le prestazioni oltre ad aiutare a combattere i disagi dell’andropausa.
L’Aframomum melegueta, caratterizzata da una decina di sotto specie particolarmente utili nelle disfunzioni erettili, ha la capacità di stabilizzare la membrana cellulare dei tessuti che rivestono il pene e di aumentare la durata dell’erezione.
Le forti proprietà antiossidanti sono recentemente all’oggetto di nuove ricerche per la lotta contro i radicali liberi e la guarigione di lesioni più o meno gravi.
Attualmente ci sono diversi brevetti in attesa di prodotti a base di Aframomum melegueta, sia come afrodisiaco che come coadiuvante nelle patologie come osteoporosi e Alzheimer.
Secondo l’uso tradizionale dei grani del paradiso, se ne consiglia l’assunzione in dosi da 250 mg un’ora prima della performance sessuale o di 10mg per due volte al giorno per ottenere risultati più duraturi.
Benché la proprietà più nota dell’Aframomum melegueta sia quella afrodisiaca, in passato i suoi estratti venivano ampiamente utilizzati dai guaritori per fratture ossee, dolori, febbre, avvelenamenti, malaria, infertilità e ulcere dello stomaco.
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