Curare le Infiammazioni con l’Arnica
Antinfiammatori naturali, la sorprendente Arnica
In periodo di grande (ab)uso di antinfiammatori farmaceutici, dagli effetti collaterali talvolta pesanti, è utile ricordare che esiste un rimedio naturale straordinario, la cui efficacia è nota da almeno 15 anni: l’arnica.
L’Arnica montana, classificata come erba medicinale, cresce solo in alta montagna, da cui il nome, ed è conosciuta anche come “tabacco di montagna”, in riferimento all’utilizzo che in passato veniva fatto delle sue foglie, essiccate e fiutate come tabacco da naso.
L’Arnica, che appartiene alla famiglia botanica delle Asteraceae o Compositae, è una pianta perenne, dalle foglie lanceolate e dalle inflorescenze di colore giallo arancione dalla cui essiccazione si ottiene la sostanza utilizzata in molti preparati medicali.
I principi attivi contenuti nel fitocomplesso sono flavonoidi (betuletolo, eupafolina, isoquercitrina, luteolina-7-glucoside, astragalina), lattoni sesquiterpenici, carotenoidi, elenalina, olio essenziale, scopoletina, timolo e cumarine.
Impiegata per uso topico sotto forma di pomata, olio oppure unguento, l’Arnica è uno tra i rimedi più utilizzati ed efficaci per trattare edemi post traumatici, contusioni, reumatismi, contratture e risentimenti muscolo-articolari.
L’Arnica viene utilizzata anche per alleviare i dolori muscolari tipici dell’influenza e i gonfiori della pelle in caso di punture di insetti o lievi infiammazioni cutanee, tra cui la foruncolosi, purché il derma non presenti ferite o lacerazioni.
Altamente tossica se ingerita, la tintura di Arnica non diluita veniva utilizzata un tempo come veleno in grado di provocare tachicardia, enterite e, in dosi massicce, collasso cardiocircolatorio.
In caso di ingestione accidentale, è possibile annullare in parte gli effetti tossici ingerendo carbone e liquidi, non esistendo al momento ancora alcun antidoto.
Anche il suo utilizzo ad alte concentrazioni e per tempi prolungati può risultare dannoso, con rischio di formazione di vescicole, necrosi cutanee e dermatiti in forma pustolosa.
Il corretto fattore di diluizione della tintura madre è di 1:10, anche per preparare ottimi risciacqui per il cavo orale in caso di infiammazioni di bocca e gola.
L’Arnica è utilizzata anche in omeopatia per contrastare la fatica cronica e la debolezza fisica e mentale.
Questa sorprendente pianta è endemica in Europa, a quote che vanno dai 500 ai 2500 m, ma risulta rara nelle zone nordiche a causa dell’incremento delle coltivazioni intensive che ne minacciano la crescita spontanea; l’Arnica infatti predilige i terreni incolti, poveri di nutrimento come possono essere le torbiere e le brughiere.
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