Dagli Aborigeni Australiani , il loro migliori Rimedi Naturali (seconda parte)

Dagli Aborigeni Australiani , il loro migliori Rimedi Naturali (seconda parte)

Piante e insetti alla base dei potenti rimedi naturali degli aborigeni australiani

 

Il fatto che una popolazione come quella aborigena australiana, isolata dal tempo e dallo spazio, avesse trovato rimedi efficaci nella natura del tutto simili o molto più potenti di quelli sintetizzati in laboratorio dalle grandi case farmaceutiche, è un fatto su cui riflettere.

I rossi funghi del deserto, Pycnoporus, erano molto comuni tra i popoli aborigeni che ne succhiavano la polpa per curare le affezioni orali o le lesioni alle labbra, molto comuni a causa delle condizioni climatiche particolari delle aree in cui abitavano. La cappella del fungo veniva utilizzata come anello di dentizione naturale per i bambini ancora privi di denti.

L’Emu bush, o Eremophila sp., è un arbusto sempreverde della famiglia delle Myoporaceae dai colorati fiori lilla e le cui foglie venivano impiegate dalle tribù del nord per lavare le ferite e i tagli. Nell’ultimo decennio si è scoperto che i componenti della pianta hanno le stesse caratteristiche di alcuni degli antibiotici di formulazione commerciale più conosciuti.

Per guarire le ustioni, gli aborigeni preparano una pasta da applicare sulla pelle lesionata da sigillare con una benda, utilizzando la Witjuti, vale a dire la larva della Endooxil leucomochla, un insetto della famiglia delle falene molto comune del bush australiano, dove vivono sottoterra nutrendosi delle radici della Acacia kempeana o della Acacia ligulata.

Contro mal di testa, artrite reumatoide e disturbi legati a infiammazioni varie, gli aborigeni sfruttavano linfa e foglie della Tinospora smilacina, una vite chiamata volgarmente vite del serpente e le cui foglie venivano impiegate anche per trattare piaghe e ferite.

Per alleviare il prurito causato da tigna o infezioni fungine, si ricorreva alla combinazione di due piante particolari, il Ficus opposita e la Passiflora foetida, con le quali si realizzava una poltiglia particolarmente puzzolente ma molto efficace.

Il Solanum laciniatum o Solanum aviculare producono un frutto, definito mela di canguro, utilizzato ridotto in poltiglia per trattare le articolazioni gonfie; la pianta contiene uno steroide molto importante con cui si produce il cortisone.

Infine il piede di capra, o Ipomoea pes-caprae, una pianta molto comune nei pressi della costa sabbiosa di tutta l’Australia, veniva impiegato schiacciando e riscaldando le sue foglie per alleviare i terribili dolori provocati dal contatto con il pesce pietra, ovvero il Synanceia verrucosa, un pesce di acqua salata reputato il più velenoso al mondo e potenzialmente letale per l’uomo.

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