il TARASSACO:il miglior disintossicante e depurativo presente in Natura
Disintossicare l’organismo in modo naturale con il tarassaco
Il tarassaco, o Taraxacum officinale, è una pianta appartenente alla famiglia delle Asteracee conosciuta fin dall’antichità per le proprietà medicamentose delle sue radici e delle sue foglie.
I nomi popolari del tarassaco sono diversi, da dente di leone, soffione, cicoria selvatica, piscialletto, dente di cane, ma è la sua caratteristica principale ad essere univoca, ovvero quella di possedere particolari virtù diuretiche.
L’elevata presenza di potassio nelle radici e nelle foglie combatte infatti efficacemente la ritenzione idrica e purifica le vie urinarie favorendo la diuresi, da cui l’epiteto volgare piscialletto; vero e proprio disintossicante per fegato e reni in quanto stimolante delle secrezioni biliari, il tarassaco è altresì un ottimo rimedio per eliminare il colesterolo in eccesso e per svolgere una funzione antinfiammatoria e antireumatica.
Le radici in particolare possono essere adoperate per la preparazione di decotti depurativi che agiscono in maniera del tutto naturale a tutto vantaggio dell’organismo.
Procurandosi 15 g di radici essiccate, è sufficiente lasciarle in infusione in 200 ml di acqua bollente per almeno 5 minuti, filtrare e bere una tazza del preparato addolcito, a piacere, con miele o sciroppo d’acero.
Questa semplice e comune pianta, che cresce spontaneamente nei prati, sui cigli delle strade e in alcune zone alpine fino a 2000 metri di altitudine, contiene numerose sostanze come triterpeni, steroidi, flavonoidi e vitamine B1, B2, C ed E nelle foglie e acido taraxinico, triterpeni e steroidi, acido linolico e linoleico, sesquiterpenlactoni nelle radici.
Il suo utilizzo nella medicina popolare è riconosciuto come tarassacoterapia ma il tarassaco si rivela di grande interesse anche in apicoltura, fornendo alle api sia polline che nettare.
Presente anche nella cucina come base di diverse ricette, il tarassaco viene impiegato per la preparazione di insalate fresche e dal sapore leggermente amarognolo che ricorda un po’ quello del radicchio selvatico ma è uso comune in alcune zone d’Italia utilizzare i boccioli al posto dei capperi, una volta messi a macerare sotto olio e sale.
Del tarassaco si mangiano anche i fiori, dal brillante colore giallo, che vengono passati in pastella e fritti oppure utilizzati nella preparazione di gelatine che trovano impiego in crostate o dolci semplici.
Le radici tostate sono ampiamente utilizzate per preparare il caffè di tarassaco, una bevanda dal gusto deciso, dalle preziose proprietà digestive e il cui sapore rimanda al caffè d’orzo.
Uniche controindicazioni al consumo di questa straordinaria pianta spontanea sono la gastrite, l’ulcera, il reflusso gastroesofageo e l’assunzione concomitante di aspirina o paracetamolo.
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