Esistono sostanze pericolose che possono formarsi anche su alimenti sani ….
Gli alimenti antinutrienti, cosa sono e come proteggersi
I cosiddetti alimenti antinutrienti altro non sono che cibi che contengono sostanze che rubano letteralmente i principi nutrienti dal corpo quando vengono ingeriti e tra questi vi sono le lectine (un gruppo di proteine), i fitati (la principale forma di deposito di fosforo presente nella crusca, nei semi e nella frutta secca) e gli ossalati (acido bicarbossilico).
Il problema è che, a differenza di sostanze che si nascondono in cibi evidentemente dannosi per l’organismo, gli antinutrienti spesso sono contenuti in cibi assolutamente sani, come i legumi, le noci, le verdure a foglia verde, i mirtilli e i vegetali della famiglia dei cavolfiori.
In particolare gli ossalati, o acido ossalico, sono un composto naturale, prodotto in piccole quantità anche dal fegato per trasportare le tossine fuori dal corpo, che hanno il ruolo specifico di proteggere le piante dai predatori, come batteri dannosi, insetti e animali.
Gli antinutrienti infatti provocano un gusto amaro nei cibi ove sono contenuti, che dovrebbero dissuadere persone e animali dal cibarsene, ma possono anche impedire una corretta digestione e un mal assorbimento degli stessi alimenti.
Un esempio molto evidente è dato dalle fragole o dai mirtilli, i cui semi spesso possono essere individuati nelle feci, segno inequivocabile che per il loro contenuto di antinutrienti il corpo non è stato in grado di digerire e che quindi ha espulso.
Il motivo per cui molti animali e lo stesso uomo non digeriscono i semi, è insito nel sistema di propagazione delle piante.
Ma concentrazioni piuttosto elevate di antinutrienti, possono risultare responsabili di intossicazioni e patologie più o meno gravi, come la foglia del rabarbaro, ricchissima di ossalati, che risulta velenosa o i fagioli, ricchi di fitati, che consumati crudi causano problemi all’organismo.
Al di là della sintomatologia che si può sviluppare, l’assunzione di antinutrienti mina l’assorbimento di qualsiasi sostanza nutritiva presente nel cibo; gli ossalati ad esempio si legano con altri minerali, come il calcio, e impediscono al corpo di assorbirlo.
Ma non solo, un eccesso di ossalati porta a sviluppare calcoli renali.
Una dieta priva di ossalati è pressoché impossibile poiché essi sono presenti in quantità variabili in quasi tutti i cibi vegetali, quindi il consiglio è quello di evitare di eccedere nel consumo di quei vegetali ad alto livello di antinutrienti.
Altre patologie che si possono sviluppare con un consumo smodato di cibi contenenti ossalati, sono infiammazioni, perossidazione lipidica (legata all’arteriosclerosi), depressione articolare dolorosa e interferenza con la funzione dell’antiossidante per eccellenza, il glutatione.
Quindi come comportarsi?
Secondo i nutrizionisti, la maggior parte delle persone sane che adottano una dieta varia, consumando quindi in media 200-300 mg di ossalati al giorno, non dovrebbero preoccuparsi del problema e non incorreranno in conseguenze dannose per la salute.
Esistono però due categorie di persone che dovrebbero essere consapevoli dei rischi legati all’assunzione eccessiva di ossalati, vale a dire coloro che seguono una dieta ristretta come la Paleo o che sono rigorosamente vegani, e coloro che presentano patologie come il morbo di Crohn, la celiachia, la psoriasi, l’eczema, il lupus, l’artrite reumatoide, la disbiosi intestinale e i calcoli renali.
Per tutti questi soggetti si dovrebbe limitare il consumo di noci, mirtilli, fragole, lamponi, agrumi, spinaci e vegetali a foglia verde, patate dolci, zucchini e cioccolato fondente.
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