Contro la Depressione e la Dipendenza:Ibocaina e Ayahuasca….
Dagli sciamani due rimedi naturali contro dipendenza e depressione
Dall’antica arte degli sciamani, arrivano a noi due sostanze derivanti da piante che si sono rivelate degli eccellenti rimedi naturali per contrastare dipendenza e depressione, due patologie tipiche dell’uomo moderno.
In particolare l’ibogaina, una sostanza naturale psicoattiva alcaloide estratta dall’Iboga, riduce o elimina del tutto i sintomi tipici provocati dall’astinenza.
Dell’Iboga, un arbusto dell’Africa Occidentale, la tribu Bwuiti utilizzava la corteccia della radice masticandola o impiegandola in infusioni per ottenere un delicato effetto stimolante durante le cerimonie di guarigione spirituale.
In realtà, la presenza della ibogaina come molecola in grado di bloccare alcuni recettori del cervello, si è rivelata sorprendente nella riduzione dell’abuso di sostanze stupefacenti e ottima per contrastare i sintomi dell’astinenza, grazie al suo effetto di catalizzare l’interruzione della dipendenza da oppioidi.
In Europa e negli Stati Uniti l’ibogaina è classificata come Droga in Tabella 1, vale a dire quella relativa alle sostanze controllate, mentre è ritenuta illegale in Svezia, Belgio, Svizzera, Danimarca e in Italia.
Diversi scienziati stanno ancora conducendo ricerche per studiare gli effetti derivanti dal suo consumo per il benessere mentale e per il trattamento naturale delle tossicodipendenze, a dispetto del fatto che il meccanismo d’azione della sostanza non sia ancora stato del tutto compreso.
Addirittura l’utilizzo di ibogaina è stato adottato da 12 paesi dove viene impiegato in cliniche specializzate per trattare le dipendenze da eroina, alcol, cocaina, crack, metanfetamina e nicotina; questi paesi sono Canada, Messico, Caraibi, Repubblica Ceca, Costa Rica, Francia, Slovenia, Paesi Bassi, Brasile, Sud Africa, Regno Unito e Nuova Zelanda.
Esiste infine un’altra sostanza, sempre di tradizione sciamanica, che si chiama ayahuasca, ottenuta mescolando le parti di due piante: una vite chiamata Banisteriopsis caapi e una pianta conosciuta come Psychotria viridis.
La prima contiene degli inibitori della monoamino-ossidasi, mentre la seconda dimetiltriptamina; i popoli dell’Amazzonia e delle Ande erano soliti preparare un tè psicoattivo combinando le due sostanze, che veniva assunto durante i riti di visione e comunicazione con entità divine, grazie al suo potere allucinogeno.
Ed è proprio a causa di questa sua pericolosa caratteristica che l’ayahuasca è stata dichiarata illegale negli Stati Uniti ma non nel sud e centro America.
La scienza occidentale, a dispetto delle peculiari caratteristiche delle due sostanze, si è dimostrata molto interessata a questi due rimedi naturali che potrebbero essere, opportunamente dosati, veicolati alla risoluzione di diversi disturbi fisici e mentali in maniera non solo efficace ma soprattutto duratura.
In particolare in Italia la Psychotria viridis è inserita nell’elenco delle sostanze stupefacenti e psicotrope ma non la bevanda di cui è ingrediente, vale a dire la ayahuasca, classificata invece come sostanza non narcotica e il cui possesso è lecito.
In Spagna l’uso della ayahuasca è legale, mentre in Francia è severamente vietato.
La continua e costante attenzione alle medicine alternative è frutto della necessità di perseguire la guarigione con metodi naturali basati, molto spesso, su tradizioni millenarie di culture talvolta scomparse.
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