Dal Tibet una meravigliosa pianta che protegge il Fegato e tutto l’apparato digerente…

Dal Tibet una meravigliosa pianta che protegge il Fegato e tutto l’apparato digerente…

La rarissima Katuki, erba himalayana che protegge il fegato

 

Katuki è il nome volgare di una rarissima erba che si trova solo nell’alta regione dell’Himalaya e che è entrata a far parte della medicina alternativa, in particolare di quella ayurvedica, grazie alle sue proprietà epatoprotettive e di guarigione del fegato.

Il suo nome botanico è Picrorhiza kurroa e Katuki è il nome in sanscrito con cui è conosciuta popolarmente e che significa amaro; appartenente alle Scrophulariaceae, la pianta è perenne, presenta un lungo rizoma e foglie alla base che terminano con piccole spine.

La Katuki, utilizzata in medicina da almeno 5000 anni, è nominata negli antichi testi sacri indiani come rimedio contro l’eccessiva energia dell’organismo che si esprime attraverso problemi digestivi, acidità, gonfiore, aumento di peso corporeo, diabete e ipertiroidismo.

Noto quindi come rimedio raffreddante, la Katuki contiene importanti sostanze come cucurbitacine iridoidi, triterpeni, fenoli, mannitolo, acido ferulico e apocianina, quest’ultima utile per fermare i processi ossidativi che si verificano durante le infiammazioni di vario genere.

La kutkina, una sostanza contenuta nelle radici e nel rizoma della pianta, è fondamentale per la sua azione protettiva del fegato e per gli effetti curativi dell’organo danneggiato da abuso di sostanze stupefacenti e alcoliche.

Ma le azioni benefiche della Katuki si estendono allo stomaco, dove promuove la digestione e quindi la secrezioni degli acidi gastrici, al sangue, per le sue proprietà anti diabetiche e di riduzione dei livelli di glucosio, all’apparato respiratorio, grazie alla sua attività antiasmatica e antiallergica, e all’organismo in generale, per le riconosciute proprietà anti ossidanti.

Utilizzata in polvere ottenuta da macinatura delle radici e del rizoma dopo essicazione, la Katuki deve essere evitata in caso di dissenteria, dai bambini e dalle donne in gravidanza.

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